Parco urbano ex caserma Monte Pasubio


Riconversione dell’area militare in parco urbano

 

2023 / in corso – Comune di Cervignano del Friuli (UD)

Studio di fattibilità

 

 

Premessa

 

Il numero e l’estensione dei beni militari nel Friuli Venezia Giulia ha condotto nel tempo a una configurazione geografica e paesaggistica del tutto peculiare, all’interno di un territorio che rappresenta la regione più militarizzata d’Europa: l’influenza di un sistema così capillarmente diffuso si formalizza sotto diversi aspetti, dalla conformazione della rete infrastrutturale al modo in cui la massiccia presenza dei siti ha modificato nel corso degli anni lo sviluppo urbanistico e architettonico del territorio, oltre ad inevitabili risvolti politici, economici e sociali.

 

Il lungo periodo di abbandono che questi luoghi hanno subito ha contribuito a preservare nella regione una vasta riserva di spazi che per la maggior parte restano ancora geografie irrisolte, ma che rappresentano una preziosa opportunità, con ricadute significative sull’intero territorio. Le risposte per un loro possibile riutilizzo, già estensivamente delineate grazie a studi, ricerche e applicazioni sul campo, hanno in comune un interesse sempre crescente rispetto alle tematiche del riuso e della sostenibilità. Il mondo in cui viviamo ora è già radicalmente mutato rispetto a trent’anni fa, quando il processo di demanializzazione dei beni militari ha iniziato la sua corsa: si dimostra infatti sempre più urgente strutturare un pensiero strategico nei confronti del cambiamento climatico, dell’esaurirsi delle risorse naturali, del concetto dannoso e ormai superato di spazio come risorsa da sfruttare e depauperare.

 

La proposta di recupero dell’area dell’ex caserma Monte Pasubio a Cervignano del Friuli, attraverso la riqualificazione dell’ex palazzina Circolo Ufficiali in centro per l’impiego e la riconversione del sedime della caserma in parco urbano, parte da queste premesse con l’obiettivo di restituire alla città spazi ora inutilizzati, eredità del passato militare, migliorando la qualità urbana e offrendo ulteriori servizi e una rinnovata dimensione collettiva.

 

 

Timeline studio di fattibilità ex caserma Monte Pasubio

 

 

Analisi dell’area

 

La storia della caserma è strettamente legata alle vicende storiche e militari della cittadina. Il Comune diventò italiano alla fine della Grande Guerra e rappresentò un luogo strategico dal punto di vista militare: durante il conflitto mondiale, l’intero abitato fu trasformato in un centro di comando al servizio della Terza Armata del Regio Esercito, adeguando numerosi edifici civili all’utilizzo militare. Come un polmone, Cervignano si espanse fino ad accogliere 5000 soldati, quasi il doppio della popolazione civile. Questo comportò il potenziamento dei servizi sanitari e delle strutture militari, mutando completamente l’assetto della città.

 

La caserma Monte Pasubio, edificata negli anni ’30 e attiva fino al 1991, appartiene infatti alla tipologia della “città militare”, un’area di media estensione contenente una serie di edifici e di funzioni diversificate, che con la propria attività influenzava fortemente il territorio circostante e la sua economia. Le strutture presentano diverse dimensioni, funzioni e tipologie che rispecchiano le esigenze dell’epoca, organizzate secondo uno schema ordinato e connesse da percorsi interni regolari e funzionali.

 

Le strategie di intervento

 

La riprogettazione di uno spazio così fortemente caratterizzato non può prescindere dalle tracce della memoria, evidenti non solo nell’espressione architettonica degli edifici e di altri elementi iconici tuttora conservati, ma anche nella conformazione degli spazi e nella griglia che insiste su tutta l’area governandola in modo preciso e tuttora visibile. La strategia progettuale ha l’obiettivo di mantenere quando possibile la vocazione dei diversi elementi, nell’ottica di un approccio sostenibile che prevede il riutilizzo dell’esistente limitando le nuove costruzioni all’1% dell’area di progetto, minimizzando le demolizioni e lavorando sui tracciati originari.

 

Si prevede la demolizione degli edifici in pessimo stato di conservazione, mentre gli edifici in buono stato verranno recuperati in vista di un differente utilizzo: la composizione tra i nuovi vuoti generati dalle demolizioni e il sedime della pavimentazione esistente diviene la base di partenza per il ridisegno dell’area e di una nuova griglia distributiva, elemento di mediazione tra preesistenza e rifunzionalizzazione dei percorsi. La griglia di base determina anche la suddivisione in lotti dell’intera area, consentendo una pianificazione economica e strategica dei lavori di riconversione in una logica di lungo periodo; il disegno della griglia di lottizzazione prende forma dall’esistente ricalcandone le regolarità e cercando una suddivisione coerente e calibrata sulla consistenza e sulla tipologia di lavori previste per ogni lotto. La realizzazione di ciascun lotto risponde a un cronoprogramma predefinito sulla base di strategie legate all’utilizzo dell’area e al suo rapporto con la città e i flussi di visita.

 

Griglia della lottizzazione dell'ex caserma Monte Pasubio a Cervignano

 

All’interno del parco verrà inoltre restaurato il giardino all’italiana e saranno attuate azioni di conservazione puntuale: i cippi monumentali, il pennone della bandiera nella Piazza d’Armi, i resti del poligono di tiro, le tracce del deposito carburanti, le garitte, punti di riferimento simbolici che rappresentano il passato militare della cittadella e ne manterranno vivo il significato storico.

 

L’obiettivo è dare parola ai segni preservati attraverso una narrazione diffusa, che contribuisca a preservare e diffondere la memoria bellica del luogo, e a sviluppare una consapevolezza del suo ruolo nell’ambito del processo di militarizzazione del territorio friulano.

 

Il progetto mette a sistema diversi obiettivi che si compenetrano tra loro, determinando l’immagine del nuovo parco:

  • preservare la MEMORIA STORICA, che si legge tuttora nel disegno complessivo delle geometrie dell’area, nelle aree pavimentate, nei fabbricati e che trova conferma nel vincolo apposto sugli edifici tutelati e nelle scelte progettuali legate al recupero e alla riconversione di una parte di questi elementi;
  • incentivare la MOBILITÀ LENTA, i cui assi ciclabili e pedonali attraversano l’area ridisegnandone l’assetto e determinandone la divisione funzionale;
  • implementare i SERVIZI AL CITTADINO, che troverà nell’area risposte ad esigenze precise e da cui riceverà ulteriori stimoli: oltre al nuovo centro per l’impiego, ospitato all’interno dell’ex palazzina circolo ufficiali, saranno presenti nuovi parcheggi, residenze in social housing, la sede della polizia municipale, una farmacia comunale, aree multisport, spazi per eventi sociali e culturali e per il mercato settimanale, spazi dedicati ai più piccoli e ad attività gestite da associazioni locali;
  • reinterpretare la RECINZIONE, fino ad oggi confine invalicabile, che troverà forme diverse in base alle nuove esigenze di accessibilità e permeabilità dell’area;
  • recuperare l’ESISTENTE, attraverso il riutilizzo non solo di edifici e pavimentazioni in buono stato di conservazione, ma anche delle terre di scavo e dei resti delle demolizioni per la realizzazione di movimenti di terra all’interno dell’area;
  • aumentare la NATURALIZZAZIONE, riconvertendo le superfici permeabili ad area verde, a tratti blandamente piantumata, a tratti boschiva, con l’obiettivo di trasformare l’area in un polmone di biodiversità all’interno di un territorio fortemente lavorato dall’uomo;
  • rafforzare la SOSTENIBILITÀ,attraverso scelte precise calate sul progetto dal punto di vista strategico e funzionale, architettonico, paesaggistico.

 

Riaprire dopo anni una stanza che si estende per 11 ettari è un gesto che genera opportunità e nello stesso tempo rischia di stravolgere un equilibrio ormai sedimentato. Anche per questo motivo, oltre che per più ovvie motivazioni di carattere economico e gestionale, la strategia dello scenario progettuale si sviluppa lungo due direttrici spazio – temporali: la prima prevede la suddivisione dell’area in lotti minori, da realizzare per fasi successive, ognuna caratterizzata da un proprio grado di autonomia e da una compiutezza nel disegno e nella destinazione finale; la seconda fa insistere la suddivisione delle fasi di lavoro su una linea temporale di lungo periodo (almeno 10 anni), un lasso di tempo sufficientemente ampio e utile a distribuire in modo efficiente le risorse finanziarie, garantire una corretta gestione delle lavorazioni, permettere al nucleo urbano di metabolizzare nuovamente la presenza del grande vuoto, che tornerà gradualmente a far parte della vita della città e a cui, spesso per la prima volta, ciascuno potrà avere accesso.

 

Una strategia che non nega la possibilità di ulteriori interventi futuri, ma mira ad offrire una risposta coerente in linea con esigenze ambientali sempre più stringenti e in grado di accogliere altri scenari che potrebbero subentrare nel tempo.

 

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