Marmeria


Riqualificazione ex edificio industriale in hub direzionale

 

2020/2021 – Sacile (PN)
Progetto di Ristrutturazione

Realizzato

Fotografie: Gerda studio,  Matteo Piazza, archivio Corde architetti associati

 

Hub direzionale ex marmeria

 

Il progetto per la Marmeria prende forma da un’idea covata per anni: realizzare uno spazio di lavoro contemporaneo, che trova nello scambio e nella condivisione i suoi elementi fondanti. Dal giorno del primo sopralluogo la vecchia marmeria abbandonata, con il suo vasto piazzale esterno ricoperto di lastre proprio accanto alla stazione ferroviaria, è apparsa immediatamente come luogo di sperimentazione ideale: la riqualificazione di un ex edificio industriale in hub direzionale non è una scelta casuale, ma risponde al preciso obiettivo di riutilizzo del patrimonio industriale dismesso come strategia di rigenerazione urbana.

Tali strategie richiedono approcci innovativi che possano sfidare le abitudini consolidate e offrire una nuova prospettiva sul problema della dismissione. Recuperare un edificio industriale abbandonato e inserirci nuove, differenti funzioni contribuisce non solo a ridurre l’impatto ambientale ma anche a rigenerare l’area in cui l’edificio è collocato, con un’influenza che nel medio e lungo periodo può portare ad un vero e proprio cambiamento a scala territoriale.

 

 

Il progetto concepisce il fabbricato originale come tettoia sotto cui vengono collocati dei moduli direzionali autosufficienti ad un piano che si appoggiano al pavimento esistente senza comprometterne la struttura: è un nuovo edificio dentro un edificio esistente. A rafforzare il concetto di tettoia, e per aumentare la luminosità interna, diversi tamponamenti perimetrali del fabbricato vengono demoliti e sostituiti con pareti in policarbonato traslucido, alcune delle quali apribili fino ad una certa altezza; anche i portoni esistenti sono mantenuti, o spostati, e trasformati in grandi porte-finestre. In questo modo, ciò che si crea tra i nuovi moduli direzionali è un interno/esterno protetto dalla pioggia, luminoso e non riscaldato, un grande spazio comune a diretto contatto con il giardino.

 

 

La fabbrica esistente viene trasformata in una grande serra apribile e al suo interno i moduli direzionali in legno disegnano una composizione articolata fatta di piazzette, scorci, calli sui quali si affacciano gli uffici. Questa operazione non cambia soltanto lo spazio fisico, ma anche il modello operativo: l’obiettivo è costruire una realtà inclusiva per un team multidisciplinare, nella convinzione che la vicinanza tra professionisti possa semplificare la comunicazione, veicolare informazioni e competenze in modo più efficace, consentire forme immediate di collaborazione.

 

 

Nel progetto la sostenibilità ambientale è un riferimento costante: il capannone, trasformato in una grande serra, protegge dalle intemperie e lascia entrare la luce solare; al suo interno i moduli in legno degli uffici sono assemblati con tecnologie, materiali ed impianti attenti a tutto il ciclo di vita. La climatizzazione ad aria e la ventilazione meccanica forzata, insieme ad un generoso isolamento, garantiscono un perfetto comfort ambientale degli spazi di lavoro. L’impianto fotovoltaico, posato sulle tettoie esistenti, rende autosufficiente l’intero complesso.

 

 

Il grande piazzale ricoperto di lastre viene ripulito, il vecchio capannone svuotato e adeguato con interventi di manutenzione straordinaria, i moduli in legno realizzati in prefabbricazione vengono rapidamente portati a termine. I nuovi volumi non hanno bisogno di fondazioni, si appoggiano sul pavimento esistente, sul quale scorrono anche gli impianti: più che un’architettura fondata, si può parlare di architettura “appoggiata”, che in quanto tale può essere modificata o eliminata con facilità – un approccio flessibile che diminuisce l’impatto ambientale e abbatte i costi di costruzione.

 

Marmeria prima dei lavori di riqualificazionemarmeria avanzamento lavori

 

Il resto dello spazio è un grande prato stabile, che porta con sè la grande promessa di una biodiversità tangibile: i diversi tipi di piante e di fiori, lasciati crescere liberamente, diventano rifugio ideale per api, farfalle, animali selvatici. Nel tempo sono comparse altre piante e altri alberi, ma anche arredi, sedute, un lungo tavolo dove pranzare all’aperto; e a popolare gli spazi sono arrivate nuove persone che hanno scelto questo posto come luogo di lavoro.

 

Giardino della marmeria con trattore

 

Vivere la Marmeria rispecchia esattamente l’immaginario che ci eravamo creati prima che esistesse – un luogo sfaccettato, in continua crescita, in cui lo spazio comune consente e favorisce lo sviluppo di una collettività. L’apertura verso il contesto è parte integrante della visione del progetto, un manifesto di intenti che coinvolge non soltanto le realtà professionali che occupano gli studi, ma l’intera comunità: gli spazi comuni coperti e il giardino consentono l’organizzazione di eventi, concerti, conferenze, momenti in cui i grandi portoni restano spalancati e lasciano entrare il mondo esterno, facilitando le connessioni e l’interazione in un momento storico in cui l’isolamento sociale è sempre più profondo.marmeria piante e prospetti